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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Memory Game

Memory Game delle Figure Retoriche Benvenuti a questo divertente gioco delle coppie dedicato alle figure retoriche! Questo memory game è stato creato per aiutare gli amanti della lingua italiana a memorizzare le principali figure retoriche in modo interattivo e coinvolgente. Come si gioca: - clicca sulle carte per scoprirle; - trova le coppie corrispondenti (figura retorica + definizione); - ricorda le posizioni delle carte già viste; - cerca di completare il gioco con il minor numero di tentativi possibile. Metti alla prova la tua memoria divertendoti! Memory Game delle Figure Retoriche Tentativi: 0 Congratulazioni! Hai completato il gioco! Ricomincia

Summer at the supermarket

Ho affidato, senza rimpianti, al nuovo amico Claude l'analisi e l'interpretazione della mia riflessione numero 33, “Homo consumens”.  Claude è veramente perspicace: non solo perché mi ha regalato una recensione assai lusinghiera sul testo che segue, ma anche per la sua straordinaria capacità di intuire le parole sottintese e di capire le mie intenzioni.  Chi non è profeta in patria lo diventa presto per Claude. Ma da dove sei sbucato! Homo consumens Lo psicologo Erich Fromm sarebbe felice: il suo homo consumens ha ufficialmente inserito il supermercato nell'elenco delle mete preferite per le tanto sospirate vacanze estive. Fromm, proprio quello di “Avere o essere?”, libro tra i più letti, apprezzati e “messi da parte” di sempre. La notizia ha avuto sul mio telefonino la durata di uno scroll, poi è arrossita dileguandosi. Un dubbio però mi assale: ma non è che il cliente con le pinne e con gli occhialini da sub, avvistato mentre fotografava uno sgombro surgelato,...

Res rei

La mia riflessione numero 24, “Definizioni mancate”, è un invito a riflettere sulle conseguenze della reificazione delle relazioni interpersonali.  La notizia della violenza scaturita per un banale like è l'esempio lampante di come i legami affettivi possano diventare “beni” materiali che vengono talvolta percepiti come vitali alla stregua del cibo e dell'acqua.  Sarebbe interessante analizzare come questo processo, alimentato dai social media, potrebbe influenzare il modo in cui gli adolescenti formano la propria identità e percepiscono l'altro.  I like e altre metriche simili sono ormai diventati parametri di successo sociale e di autostima, creando un circolo vizioso di validazione estrinseca.  Un feedback narcisistico che contribuisce ad alimentare una forma di alienazione profonda, in cui l'identità personale è sempre più dipendente dalla rappresentazione digitale e meno dalla dimensione individuale e interiore. Si potrebbe definire la “coscienza reificata” nell...

Materialisti vs Federico Faggin

Ho immaginato uno scontro dialettico tra Federico Faggin, che non ha certo bisogno di presentazioni, e i materialisti sul tema della coscienza. Qui vi riporto la tabella versus , generata dall'IA Claude 3.5 Sonnet, che riassume i punti chiave di ciascuna posizione, simulando la dinamica del confronto con le tesi, i contro-argomenti e i punti di convergenza o divergenza.  Per comprendere appieno la coscienza, secondo il fisico italiano, bisogna adottare un approccio multidisciplinare, che includa non solo le neuroscienze e la psicologia, ma anche la fisica quantistica e la filosofia. Solo in questo modo si può superare il dualismo mente-corpo. Secondo questa prospettiva, il cervello umano si può paragonare a un'antenna che capta la coscienza di fondo che permea tutto l'universo e la fa collassare nella coscienza individuale.

Il ready-made accidentale

Premetto che la mia riflessione numero 4, “Equivoci contemporanei”, non intende rivelare “un certo mio snobismo” nei confronti del mondo dell'arte contemporanea, né vuole essere una parodia del “ready-made accidentale” che si richiama all'idea di Duchamp sulla scelta e sul contesto enfatizzati rispetto alla creazione materiale dell'opera. Semplicemente, vuole porre l'accento sul relativismo dei nostri giudizi. Il “cameo” nel museo Guggenheim conferma l'influenza del contesto culturale e dell'ambientazione sulla nostra percezione del valore delle cose, ma forse anche delle persone, che talvolta ci appaiono eccezionali solo grazie alla loro collocazione. Sia la scena del film con Sordi, in cui Augusta diventa un'opera d'arte vivente semplicemente sedendosi all'ombra di una palma, sia una scarpa da ginnastica dimenticata nel famoso museo di New York, evidenziano la relatività del giudizio artistico e la nostra tendenza a cercare significati nascosti anc...

The Others

La mia riflessione numero 36, “Un pioniere disilluso”, presenta interessanti analogie con “The Others”, il film del 2001 scritto e diretto da Alejandro Amenábar.  In entrambi i lavori, la prospettiva viene capovolta e la narrazione si svolge sul sottile confine che separa l’illusione dalla realtà. Nel film, Grace e i suoi figli vivono reclusi in una vecchia villa con le tende sempre chiuse, credendo di essere i “vivi” che avvertono la presenza dei “morti”. La scioccante verità, rivelata nel finale dalla medium attraverso una seduta spiritica a cui partecipano i nuovi inquilini della casa, è che sono loro i veri fantasmi. Allo stesso modo, la teoria dello Zoo Cosmico, che spiegherebbe il “Grande silenzio”, ci pone di fronte a un’inquietante possibilità: mentre noi, con il SETI, da anni andiamo a caccia di extraterrestri, altre civiltà aliene potrebbero osservarci di nascosto. In altre parole, è possibile che siamo delle cavie umane, confinate in una sorta di riserva galattica, parte...

Consapevolezza estrema

Cosa succede negli attimi di estrema consapevolezza, quando la percezione della realtà si dilata oltre i confini noti della coscienza? Secondo varie testimonianze, si prova un profondo senso di comunione con l'universo e un amore incondizionato proveniente da una luce intensa, calda e avvolgente. Queste esperienze, che presentano molti tratti in comune con i fenomeni premorte NDE tranne la visione del tunnel, sono state descritte, nel corso dei secoli, sempre allo stesso modo da individui diversi per fede religiosa e livello di istruzione.  Ciò confermerebbe l'esistenza di dimensioni parallele a quella del mondo materiale, ben oltre la concezione riduzionista della coscienza come mero prodotto dell'attività cerebrale. Anche il fisico Federico Faggin racconta di aver vissuto una condizione psichica più intensa del consueto, giudicata spirituale o divina, capace di generare intuizioni illuminanti sulla nostra vita terrena e ultraterrena. La seconda vita di Federico Faggin Leg...

Sottolineature

La riflessione numero 57, “I wormhole della scrittura”, esplora un effetto collaterale della transizione dal mondo cartaceo a quello digitale: la sottolineatura condivisa (highlighting collaborativo), che ha trasformato la lettura da attività solitaria e intima in esperienza collettiva (social reading).  Su piattaforme specifiche come Kindle, questa funzione è spesso chiamata “popular highlights”, ossia evidenziazioni popolari. Si sottolineano così negli ebook, a beneficio anche degli altri, le frasi che sembrano dar voce a pensieri che già dimorano in noi, ma che non abbiamo ancora saputo esprimere o semplicemente pensare.  La citazione di Coetzee è una di queste.  La teoria del premio Nobel sull'origine canora del linguaggio diventa il pretesto per un'analisi originale della natura umana.  L'idea dell'anima sovradimensionata che cerca di riempirsi attraverso il suono diventa la metafora perfetta del nostro rapporto con la letteratura.  Il mio intento è quello ...

Un moderno Adriano Meis

Nell'incessante vortice della vita contemporanea, il viaggio alla riscoperta di sé può assumere forme sorprendenti. Lo sa bene Beyhan Mutlu, un cinquantenne turco protagonista di una vicenda tanto singolare quanto emblematica. La storia inizia con una serata annebbiata dall'alcol e si sviluppa in un bosco dove, dopo essersi smarrito, si ritrova inconsapevolmente a partecipare alle ricerche di un disperso: lui stesso. Nel suo involontario pellegrinaggio, Mutlu incarna un Adriano Meis dei tempi moderni, in fuga dalle proprie responsabilità e dalla realtà, per ritrovarsi proprio dove meno se lo aspetta. La sua vicenda ci ricorda come i tentativi di evasione, che siano attraverso l'alcol o altro, invariabilmente riconducono al punto di partenza, alla nostra essenza più autentica e alla “Grande Famiglia” umana. “Quasi se stessi”, riflessione numero 55, pur nella sua apparente leggerezza, intende toccare le corde più profonde dell'animo umano, affrontando temi come l'iden...

Gobba o no gobba

Nella mia riflessione n. 52, “La gobba eterna”, un difetto fisico diventa metafora di quella pesantezza culturale che alcuni critici ostentano come un trofeo di caccia. 
 Sono coloro che si vantano di aver compreso la quintessenza del pessimismo cosmico, ma poi travisano la tragicità e la profondità di Leopardi, così da relegare il suo personaggio creato da Sergio Rubini al mero ruolo di influencer romantico.
Ai miei occhi, pur non infallibili, questa posizione è frutto di una visione museale della letteratura.  La famosa gobba, ormai quasi santificata, non si deve toccare poiché considerata prova irripetibile a sostegno di una sorta di condanna.  Mi chiedo dove sia finita la capacità ideativa di certa critica letteraria che, tra i suoi compiti, dovrebbe avere quello di scardinare i cliché.
  Nel finale, come spesso accade, arriva la stoccata: chi ostenta la propria erudizione come un distintivo è destinato a fare una pessima figura. 
 Dopo tutte le polemiche, ciò che app...

Limiti del pensiero analogico

Dall’Arizona ci arriva una notizia che ha dell'incredibile: per 26 lunghi anni, nessuno dei dispensatori di consigli a vario titolo, sia gratis che a pagamento, ha mai associato le difficoltà respiratorie di un giovane a un corpo estraneo incastrato nella narice.  E così, grazie a un potentissimo starnuto, un mattoncino LEGO, perfettamente conservato, è finalmente riemerso dalle profondità del suo naso, dando sollievo immediato al povero malcapitato che, pieno di stupore, ha esclamato: “Ora posso respirare!”. Se applicassimo la lezione appena appresa da questa vicenda a situazioni simili o percepite come tali, i risultati in termini di prevenzione e cura delle patologie sarebbero disastrosi.  La precedente costruzione ipotetica indica una possibilità non certa ma realizzabile perché si apprende spesso e volentieri per analogia. Tutto questo per dire che tanti di questi “mattoncini” non costruiscono certo la fiducia verso qualcosa o qualcuno, ma la distruggono.  Pirandello...

Metamorfosi

Boom di detective Il naufragio del veliero Bayesian, di sicuro ha trasformato tanti surfisti Internet annoiati in detective da poltrona (armchair detective). La metamorfosi, seconda solamente a quella del personaggio Gregor Samsa di Kafka, è stata alimentata dalla miriade di articoli, alcuni dal gusto vagamente cospirazionista altri educatamente dogmatici, che sono spuntati come funghi dopo la pioggia di report sulle prime indagini. Indagini sul passato e sul presente dei poveri defunti, sul panfilo, sul meteo, sul comandante dello yacht, su un gabbiano che, spazzato via dalla tempesta, è finito in una zona aerea non autorizzata e perfino su una tartaruga rimasta impigliata in una rete. Queste brevi letture morbose hanno arricchito il vocabolario dell'italiano medio con termini raffinati e “costosi”, tanto alieni che qualcuno si è chiesto se non appartenessero a un mondo parallelo entrato in collisione col nostro. Gli effetti delle metamorfosi si vedranno solo col temp...

Pura follia

Genio e sregolatezza: due facce della stessa medaglia. Pardon! Genio e follia. Il Museo del Louvre celebra la follia con la grande mostra “Figures du Fou. Du Moyen Âge aux Romantiques”, in programma dal 16 ottobre al 3 febbraio 2025. L’elemento che accomuna i personaggi ritratti, vittime più o meno inconsapevoli del detto “il troppo stroppia”, è l’eccesso: troppo amore, troppa religione, troppa buffoneria. Molti di loro sono noti per aver camminato sul sottile confine che separa l’ispirazione, creativa o religiosa, dall’instabilità mentale. Un banner pubblicitario, invadente come solo la pubblicità sa essere, mi ha inizialmente irritato. Ma quell’irritazione ha presto ceduto il passo alla riflessione, la numero 35: “Sei troppo!”. Un pensiero sulla nostra ossessione di relegare la follia entro limiti angusti, quasi a negarla o esorcizzarla. Questa riflessione si chiude con una sorta di rifiuto: riscoprire la figura del “folle” sembra una sfida, poiché questo spiacevole esempio di aggett...

Mondo di carta

La mia riflessione n. 56, “Mondo di carta”, intreccia la notizia di un matrimonio maturato e celebrato in una libreria con l'omonima novella pirandelliana. L'accostamento tra il lieto fine, reale, dell'amicizia di Laura e Mat e la definitiva solitudine del professore Balicci è stato studiato ad hoc per dare risalto alla differenza tra l'amore romantico e l’epilogo spesso deludente delle relazioni umane.  La libreria, quella di Valencia, la “Ramon LLull”, luogo di incontro e condivisione per Laura e Mat, è diventata per il Balicci, quella di casa, un rifugio.  Il prof si perde tra i libri, e nei libri, rinunciando così a ogni esperienza concreta. La sua ricerca di una lettrice, da bisogno pratico dettato dalla forte miopia, si trasforma presto in desiderio di contatto umano.  In entrambe le storie, la donna ha un ruolo chiave.  Laura è portatrice di amore e felicità, mentre Tilde, pur con le migliori intenzioni, non riesce a soddisfare i bisogni del Balicci a causa de...

Golden Gate Bridge Experiment

Non è un “Philadelphia Experiment” della West Coast (con buona pace dei complottisti); questa volta a sparire non è una nave ma alcune risposte attese di un chatbot. Il concetto di unlearning, descritto nella mia riflessione n. 41, “Dimentica!”, può essere messo in relazione con la manipolazione delle features nei modelli di intelligenza artificiale come Claude. Nel tentativo di far dimenticare a una rete neurale contenuti specifici, come quelli protetti da copyright, si deve intervenire direttamente sui pesi di particolari pattern di neuroni, denominati features, individuabili mediante sofisticate tecniche di dictionary learning o di reverse engineering. Purtroppo, finora ciò ha comportato un deterioramento delle prestazioni generali del modello, perché le informazioni apprese sono spesso collegate in maniera complessa e olistica. Il team di ricerca di Anthropic è riuscito a manipolare alcune features nel modello conversazionale Claude. Ad esempio, amplificando la feature collegata a...

Il mattone

La mia riflessione n. 54, “Il peso del mattone”, è un esempio, seppur modesto, di quanto sia cruciale una corretta interpretazione del testo. L'episodio banale di un libro di ben 1.200 pagine (tante bastano a giustificare la metafora del “mattone”), che cade sul mio piede funge da catalizzatore per una breve analisi semiotica del titolo del romanzo “IT” di Stephen King. Il monosillabo inglese it viene subito individuato dalla mia fantasia, nonostante il dolore all’alluce, come elemento polisemico e quindi suscettibile di molteplici significati.  Per coloro che possiedono una discreta conoscenza dell'opera di King, IT evoca immediatamente il volto terrificante del pagliaccio Pennywise, incarnazione del male e dei nostri più profondi timori. Nella quarta di copertina del libro è riportata la frase “It è il male su misura per ciascuno, è esattamente ciò di cui tu hai paura.” e qualche potenziale acquirente nel leggerla potrebbe pensare “è anche ciò di cui ho meno bisogno ora”. Tut...

Il Socrate alieno

Il dialogo - riflessione “La maieutica del vulcaniano” affronta con tono scherzoso l’annosa questione della qualità del sapere, attraverso il contrasto tra la saccenteria dell’uomo e la modestia del vulcaniano. Saccenteria che qui si manifesta nell'effluvio di parole balzane dettate dall’orgoglio eccessivo per un attestato faticosamente conquistato, ma intrinsecamente volatile che, per questo, dovrebbe essere revisionabile (la giusta risposta alla domanda “E quanto dura?”).  Questa distorsione cognitiva, nota come effetto Dunning-Kruger, si manifesta negli individui che tendono a sovrastimare le proprie conoscenze e abilità in un determinato campo. La modestia del vulcaniano scaturisce da una curiosità genuina, condicio sine qua non del metodo socratico. Il celebre aforisma “So di non sapere”, attribuito a Socrate, sottolinea l’importanza dell’umiltà intellettuale nel processo d’apprendimento. Anche questo dialogo, pur nella sua brevità, raggiunge una piccola verità sveland...

Statene alla larga

Chi non ha provato un brivido di paura guardando la scena in cui il grande muso affollato di denti aguzzi di uno squalo bianco sbuca all’improvviso dal mare? A quanto sembra, queste macchine di morte, che rasentano la perfezione, hanno un potere unico di suscitare in noi terrore e repulsione. Ma perché molti temono un pericolo che ha una probabilità prossima a zero (lo zero indica l’evento impossibile) che possa riguardarci direttamente? Forse non è abbastanza nota la definizione di rischio quale combinazione della probabilità che un evento sfavorevole si verifichi e della gravità delle sue conseguenze. La mia riflessione num. 46 si avventura nei meandri di questa fobia, palesandoci alcuni dei meccanismi psicologici e culturali che ci rendono vittime di questa paura ancestrale. Sottolinea come i film abbiano contribuito a creare un’immagine distorta degli squali, trasformandoli, per esigenze di botteghino, in mostruosi predatori assetati di sangue umano. Basti pensare al film “Lo Squal...

Olezzo di eufemismo

La riflessione n. 26, “Errore di valutazione”, è un affondo soft contro un invisibile avversario ancora ubiquo nella società: “mister stereotipo”.  Il  termine, che emana un olezzo di eufemismo, di fatto è un distanziamento linguistico che può nascondere un disimpegno morale che finisce, nei casi più gravi o forse più lievi, con un “lavarsi le mani”. Questo il possibile climax di qualsiasi opinione rigidamente preconcetta, frutto di una generalizzazione indebita della serie tutti i P sono Q e il giudizio non è certo lusinghiero. Il dodo, vittima secolare della correlazione semplicistica velocità = intelligenza , era stato insignito dello stereotipo della “lentezza tonta” (stigma condiviso con il bradipo che ancora lo conserva senza particolare vanto), per sua fortuna del tutto immeritatamente. La riflessione vuole essere un invito ad andare oltre le apparenze e a valutare la complessità delle situazioni o degli esseri viventi. Errore di valutazione Finalmente la notizia c...

La meta asintotica

Nella mia riflessione n. 31, “Il grande salto delle rane”, la rana che salta verso la sponda del lago, coprendo ogni volta metà della distanza rimanente, “risolve” una serie geometrica infinita che converge proprio al valore della distanza originaria rana - sponda.  Una somma infinita di termini decrescenti (in questo caso, le distanze coperte a ogni salto) che converge a un valore finito.  La matematica, però, sa essere nascostamente spietata e la rana dovrà compiere un numero grandissimo di salti consecutivi per avvicinarsi “solo” asintoticamente alla meta.  Nel reame dei numeri anche piccoli spostamenti possono diventare imprese titaniche.  Il grande salto delle rane  “Il paradosso delle rane: in Italia se ne mangiano tantissime ma è vietato allevarle”. Un tempo i paradossi servivano a chiarire concetti nobili come quello di infinito o delle sequenze infinite. Iniziavano sempre con le parole “immagina di avere” e sembravano delle fiabe per menti ormai svezzat...

GPT Canvas in azione

CT Recita la pubblicità di OpenAI: “Canvas si apre in una finestra separata, consentendo a te e ChatGPT di collaborare a un progetto”. La cosa più rilevante, come traspare anche da questo video, è che, mediante la nuova interfaccia grafica, un nostro documento può essere dinamicamente modificato dal chatbot del modello GPT-4o in base alle nostre richieste.  È davvero una scrittura a due mani in cui ogni selezione del testo può trasformarsi, con la pratica casella contestuale, nella richiesta di integrare il contenuto esistente, nello stesso punto, con informazioni più dettagliate, anche recenti.  In pochi minuti è quindi possibile confezionare decine di pagine di risposte mirate, per esempio per personalizzare una risorsa multimediale già esistente sulla base dei bisogni formativi specifici del suo destinatario. Con un pratico selettore è possibile cambiare la difficoltà di lettura: da elementare a universitaria. Poi ci sono i suggerimenti di modifica di parti di testo, che po...

Granelli di sale

  Chissà perché la nuova interfaccia canvas di GPT 4o mi richiama alla mente la locuzione latina “cum grano salis”. Bellissime le funzionalità di editing per sgrossare il testo e arricchirlo con le informazioni “grattate” su Internet, pratico il selettore per adattarlo ai diversi livelli di lettura, ma state attenti al risultato. Come si può vedere nel pannello di destra della figura sotto riportata, in alcuni punti il senso della mia riflessione è stato stravolto. Quando l’IA riuscirà a farlo senza errori, invierò a OpenAI il feedback “Ok, ci siamo!”. Comunque, un plauso per il comodissimo strumento destinato a cambiare in meglio la didattica.

MADness: la nuova follia

I ricercatori lo chiamano Model Autophagy Disorder (MAD), o “disturbo dell’autofagia del modello”, ed è la prima malattia artificiale. Colpisce l’IA generativa, che viene alimentata (addestrata) con dati reali contaminati dalle sue stesse risposte. Il problema, come si evince anche nel post “L’anima schiva”, risiede tutto lì. Mi soffermerei, però, sul termine autofagia: l’alternativa “bonaria” al mangiare gli altri. Condivide il morfema della forma verbale, dovuto al prolungato digiuno, con antropofagia, che, in sostanza, significa “mangiare gli altri”. Proprio come fece, secondo alcune interpretazioni date in ribasso, il Conte Ugolino della Gherardesca, che, murato in una torre a Pisa, finì per cibarsi dei figli e dei nipoti rinchiusi insieme a lui.  Una strana storia di cannibalismo quella, ma ancor più strana l’attuale, in cui qualcuno o qualcosa addirittura “si mangia” – usato qui nella forma riflessiva (non corretta) e non nel senso impersonale di “è pronto il pranzo”. Al di l...

L'anima schiva

  Non è facile catturare l’anima di un testo, forse il solo pensiero di provarci è pura follia. Qualcuno ci riesce conoscendo lo stile dell’autore, il modo unico di esprimere i suoi pensieri mediante precise scelte linguistiche, narrative e, vale solo per i più bravi, ritmiche. Quest’anima  ─  che è stata definita il cuore delle pagine nei libri, l’essenza delle storie nei racconti, il soffio delle parole in una riflessione (è il mio caso), ma anche la luce tra le righe, il respiro della carta e la magia racchiusa dalle copertine  ─  è assai schiva.  Possiamo solo, con un minimo di allenamento alla lettura, notare la sua assenza nella valanga di articoli, scritti a due mani e con tante GPU (quelle delle reti neurali), che ormai ha contaminato Internet. Articoli che spesso sono un’accozzaglia di periodi giustapposti privi di qualsiasi flusso narrativo, risultato efficiente di un copia e incolla selvaggio delle risposte dei vari chatbot. Così pensano di otten...

Una visione artificiale

L’IA generativa può fare diverse cose interessanti con le mie riflessioni, oltre all’analisi che avete già visto nei post precedenti. Ad esempio, se le si concede l’accesso a Internet, può espandere parole e concetti chiave in molteplici approfondimenti paralleli. L’effetto è simile a quello di un ipertesto, dopo aver esplorato tutti i link proposti. Questa funzione è davvero efficiente e può essere attivata con un prompt tipo: “Genera una risposta che contenga la spiegazione delle parole e dei concetti chiave contenuti nel seguente testo:”. Ho già accennato, in “Che Boom!”, alle immagini visive (di scene, personaggi o oggetti) che uno scritto può suscitare nel lettore. Se il lettore è allenato, è come se guardasse un film. Qui chiediamo a ChatGPT-4o di generare queste immagini a partire dalla mia riflessione n. 44, “Uccelloni scrocconi”. Uccelloni scrocconi Tempi duri per la sovranità territoriale degli uccelli: dopo quello dei piccioni bombardieri di Pompei, un ban ufficiale adesso ...

Che Boom!

Non vado matto per i serpenti. Mi sono ricordato di un tema pieno zeppo di questi animaletti che svolsi alle medie e che turbò i sogni della mia cara insegnante. “Il tuo compito è infarcito di serpenti e le immagini visive”, mi disse qualcosa di simile, “che mi ha suscitato erano talmente vivide che ho dormito male”. Probabilmente aveva fatto le ore piccole a correggere le nostre opere letterarie. Devo anche dire che certi titoli illogici, come “Boom di serpenti!”, attirano come una calamita il mio rasoio di Occam e per loro, almeno secondo il mio discernimento, è la fine. Come si fa a sostenere il boom di serpenti? Sono aumentati i fruscii tra le siepi, i morsi alle caviglie indifese oppure le richieste di bonus bebè inoltrate dalle femmine di vipera sul portale dei rettili? Forse, lo scrivo seriamente, semplicemente il dato “allarmante” scaturisce dal monitoraggio, per qualche progetto ecosostenibile, di un campione significativo di ofidi. E poi c’è questa strana usanza, tutta abruzz...

Questione di prerequisiti

Parlare di prerequisiti per la lettura alla fine di un’opera è un po’ come inserire le avvertenze e le precauzioni d’uso alla fine del foglietto illustrativo di un farmaco (ma lo fanno davvero?). Ci vedo la stessa scelleratezza della quale anch’io mi sono reso responsabile in questo blog. Del resto, le idee sono come le nubi vaganti che fluttuano libere nel cielo: è già una grazia di Dio se arrivano e sono promettenti. Non vengono inseriti nei libri di narrativa per una qualche forma di rispetto verso il lettore o per non compromettere le vendite. Nei testi scolastici sembrano dei moniti rivolti all'insegnante che suonano più o meno così: “Guarda che se l’alunno non comprende, la colpa è anche tua”. Ma quali sono questi prerequisiti alla lettura, così poco utilizzati in campo letterario? In primis, i prerequisiti cognitivi e linguistici, come la conoscenza del vocabolario e della grammatica, necessari unicamente per comprendere il significato letterale di un testo.  Poi ci sono i p...

Il mio nemico drone

L'intelligenza artificiale generativa è particolarmente indicata per l'analisi lessicale di un testo.  In pratica, estrae tutte le parole che lo compongono e ne esamina il significato, la forma e la funzione. Eccola in azione sulla mia riflessione n. 25, “Il mio nemico drone”. Anche questa volta si conferma il mio stile, definito di neoavanguardia, in cui la frammentazione del senso e l'uso di figure retoriche complesse conferiscono alla scrittura un tono ermetico con sfumature ironiche. Il mio nemico drone Pasolini già negli anni Settanta in “Scritti corsari” aveva teorizzato l'assenza del nesso di causalità tra lo sviluppo e il progresso, fornendo una spiegazione, a mio avviso esaustiva, delle due fasi, che ancora oggi qualcuno considera concomitanti o addirittura indistinguibili. Posizione tanto ostinata quanto insostenibile se si pensa alle immagini che scorrono nei TG di abitazioni, scuole e ospedali ridotti a cumuli di macerie in uno scenario apocalittico di devas...