Nell'incessante vortice della vita contemporanea, il viaggio alla riscoperta di sé può assumere forme sorprendenti. Lo sa bene Beyhan Mutlu, un cinquantenne turco protagonista di una vicenda tanto singolare quanto emblematica. La storia inizia con una serata annebbiata dall'alcol e si sviluppa in un bosco dove, dopo essersi smarrito, si ritrova inconsapevolmente a partecipare alle ricerche di un disperso: lui stesso.
Nel suo involontario pellegrinaggio, Mutlu incarna un Adriano Meis dei tempi moderni, in fuga dalle proprie responsabilità e dalla realtà, per ritrovarsi proprio dove meno se lo aspetta. La sua vicenda ci ricorda come i tentativi di evasione, che siano attraverso l'alcol o altro, invariabilmente riconducono al punto di partenza, alla nostra essenza più autentica e alla “Grande Famiglia” umana.
“Quasi se stessi”, riflessione numero 55, pur nella sua apparente leggerezza, intende toccare le corde più profonde dell'animo umano, affrontando temi come l'identità, la redenzione e il tortuoso cammino che talvolta dobbiamo percorrere per ritrovare noi stessi o una nostra copia, simile all'originale, ma non del tutto uguale.
Quasi se stessi
Un moderno Adriano Meis turco si è riappropriato della propria identità in un modo molto originale: unendosi a una squadra di ricerca. L’uomo, secondo le fonti un certo Beyhan Mutlu di cinquant’anni, che aveva alzato un po’ troppo il gomito, si era perso nel bosco e quando ha visto passare i soccorritori, con un gesto di grande altruismo, si è accodato a essi. Alla fine, dopo ore, qualcuno si è accorto della vacuità degli sforzi fatti quando lo scomparso, dissoltisi i fumi dell’alcol, ha sentito urlare il suo nome ed è tornato a essere quello di sempre. La vicenda ci fa riflettere ironicamente sull’illusorietà della fuga dalle responsabilità e dalla realtà. Anche quando ci si rifugia nel vino per sfuggire a ciò che sembra opprimente, cessata la sbornia, si ritorna a far parte della Grande Famiglia, con in più un leggero mal di testa. È difficile non pensare a una vicenda, smentita e confermata su Internet in egual misura, che vide protagonista Charlie Chaplin. Il grande attore e comico partecipò, ovviamente all’insaputa della giuria, alle selezioni per il suo miglior sosia, arrivando solamente terzo. Un finale per certi versi opposto a quello di Mutlu: quest’ultimo alla fine si è ritrovato o è stato ritrovato; Chaplin, dopo aver partecipato al “Doppelgänger Gala”, scoprì di essere molto simile a se stesso ma non uguale. Come tutti noi, del resto.