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Mondo di carta


La mia riflessione n. 56, “Mondo di carta”, intreccia la notizia di un matrimonio maturato e celebrato in una libreria con l'omonima novella pirandelliana.
L'accostamento tra il lieto fine, reale, dell'amicizia di Laura e Mat e la definitiva solitudine del professore Balicci è stato studiato ad hoc per dare risalto alla differenza tra l'amore romantico e l’epilogo spesso deludente delle relazioni umane. 
La libreria, quella di Valencia, la “Ramon LLull”, luogo di incontro e condivisione per Laura e Mat, è diventata per il Balicci, quella di casa, un rifugio. 
Il prof si perde tra i libri, e nei libri, rinunciando così a ogni esperienza concreta.
La sua ricerca di una lettrice, da bisogno pratico dettato dalla forte miopia, si trasforma presto in desiderio di contatto umano. 
In entrambe le storie, la donna ha un ruolo chiave. 
Laura è portatrice di amore e felicità, mentre Tilde, pur con le migliori intenzioni, non riesce a soddisfare i bisogni del Balicci a causa dell'enorme divario, sia culturale che d'età, esistente tra i due. 
Sul finale, la frase “Questo è un mondo di carta”, realmente pronunciata da un insegnante, funge da monito a non rifugiarsi nelle illusioni.

Mondo di carta
14 settembre 2024: “Spagna, si sposano tra gli scaffali della libreria dove si sono conosciuti: la storia di Laura e Mat”. Nella novella “Mondo di carta” di Pirandello la storia è ben diversa. 
Il professor Balicci, che ormai “ha disceso a grado a grado tutta la scala della miopia”, da sempre vive da solo nei suoi libri, nemmeno tra di essi. Non potendo più leggere, mette un annuncio nei giornali per una lettrice e gli capita in casa una certa “signorinetta” Tilde Pagliocchini. 
L’incontro è fortuito ma non fatale, nel senso che tra i due non sboccia l'amore, né tantomeno ci saranno i bouquet. I ripetuti saggi della giovane non vengono apprezzati dal Balicci che, infine, sconsolato, le fa la proposta indecente di leggergli i libri soltanto con gli occhi, ossia senza l'audio, per intenderci. 
L'anziano non dispera di trovare qualcuna disposta a vivergli accanto nel suo mondo di carta rimasto ancora deserto. 
A proposito, fui accolto da un insegnante nella sua scuola, dove svolsi una delle mie prime supplenze, con la frase: “Questo è un mondo di carta”. Mi è rimasto il dubbio che fosse un avvertimento.

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