Cosa succede negli attimi di estrema consapevolezza, quando la percezione della realtà si dilata oltre i confini noti della coscienza? Secondo varie testimonianze, si prova un profondo senso di comunione con l'universo e un amore incondizionato proveniente da una luce intensa, calda e avvolgente.
Queste esperienze, che presentano molti tratti in comune con i fenomeni premorte NDE tranne la visione del tunnel, sono state descritte, nel corso dei secoli, sempre allo stesso modo da individui diversi per fede religiosa e livello di istruzione.
Ciò confermerebbe l'esistenza di dimensioni parallele a quella del mondo materiale, ben oltre la concezione riduzionista della coscienza come mero prodotto dell'attività cerebrale.
Anche il fisico Federico Faggin racconta di aver vissuto una condizione psichica più intensa del consueto, giudicata spirituale o divina, capace di generare intuizioni illuminanti sulla nostra vita terrena e ultraterrena.
La seconda vita di Federico Faggin
Leggo un articolo sull'esperienza trascendentale vissuta da Federico Faggin, padre del microprocessore, nel Natale del 1990 che mi sembra presentare interessanti analogie con i fenomeni NDE (Near-Death Experience) descritti dalle persone che si sono trovate molto vicine a morire o che si sono risvegliate dal coma. In particolare, la visione di una luce molto intensa associata a presenze rassicuranti e piene d'amore. Faggin definisce spirituale e non fisica questa sorgente luminosa che gli trasmise un senso di comunione con l'universo, di amore incondizionato e una comprensione profonda dell'essenza umana. In quegli attimi intuì che la coscienza non è un prodotto del cervello o della materia, ma la base stessa dell'esistenza. Questa esperienza gli rivelò la nostra natura divina e immortale, inducendolo ad approfondire il rapporto tra scienza, coscienza e spiritualità. Ecco un estratto da una pubblicazione Internet del fisico che descrive l'accaduto: “... Tornato a letto, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii improvvisamente un'energia fortissima emergere dal petto: era non solo un'esperienza mai provata prima, ma un fenomeno così straordinario che non avrei mai potuto immaginare. Questa energia viva era amore, ... Secondo me la scienza dovrebbe cercare di trovare risposte a tutte le domande fondamentali, non eliminare dalla realtà ciò che non sa spiegare ...”. C'è da dire però che in quel periodo Faggin attraversava una fase introspettiva e riflessiva molto profonda, dopo decenni di successi planetari nel settore tecnologico. Quel lontano Natale segnò un punto di svolta nella sua vita, portandolo a intraprendere prioritariamente un percorso di ricerca volto a integrare conoscenze scientifiche e spirituali. Nel suo libro “Irreducible: Consciousness, Life, Computers, and Human Nature”. Federico Faggin chiarisce e approfondisce i concetti qui appena accennati. Vale la pena di esaminarlo con molta attenzione.