La riflessione n. 26, “Errore di valutazione”, è un affondo soft contro un invisibile avversario ancora ubiquo nella società: “mister stereotipo”.
Il termine, che emana un olezzo di eufemismo, di fatto è un distanziamento linguistico che può nascondere un disimpegno morale che finisce, nei casi più gravi o forse più lievi, con un “lavarsi le mani”.
Questo il possibile climax di qualsiasi opinione rigidamente preconcetta, frutto di una generalizzazione indebita della serie tutti i P sono Q e il giudizio non è certo lusinghiero.
Il dodo, vittima secolare della correlazione semplicistica velocità = intelligenza, era stato insignito dello stereotipo della “lentezza tonta” (stigma condiviso con il bradipo che ancora lo conserva senza particolare vanto), per sua fortuna del tutto immeritatamente.
Il termine, che emana un olezzo di eufemismo, di fatto è un distanziamento linguistico che può nascondere un disimpegno morale che finisce, nei casi più gravi o forse più lievi, con un “lavarsi le mani”.
Questo il possibile climax di qualsiasi opinione rigidamente preconcetta, frutto di una generalizzazione indebita della serie tutti i P sono Q e il giudizio non è certo lusinghiero.
Il dodo, vittima secolare della correlazione semplicistica velocità = intelligenza, era stato insignito dello stereotipo della “lentezza tonta” (stigma condiviso con il bradipo che ancora lo conserva senza particolare vanto), per sua fortuna del tutto immeritatamente.
La riflessione vuole essere un invito ad andare oltre le apparenze e a valutare la complessità delle situazioni o degli esseri viventi.
Errore di valutazione
Finalmente la notizia che tutti aspettavamo con ansia: il dodo non è così tonto come si credeva. Qualche studioso aveva dato del sempliciotto al simpatico pennuto, che viveva sull'isola di Mauritius, per via della sua presunta lentezza nei movimenti dedotta però da semplici disegni en plein air e avvalorata dalla velocità con cui veniva cacciato dai coloni olandesi. Un vero e proprio presupposto riduttivo! Cosa è successo in questi giorni da far cambiare “opinione” alla scienza? Un carteggio segreto, di circa 360 anni fa, in cui un cacciatore si lamentava di essere stato sconfitto nella corsa da un dodo centometrista. Continua quindi a valere dopo secoli l'equazione velocità = intelligenza, che farebbe retrocedere Einstein agli ultimi posti della classifica degli uomini più sagaci della storia. Per non parlare delle tartarughe, che diventano così carapace e niente più. Finché non sarà smentito il legame cinematico delle capacità intellettive anche noi andremo incontro all'estinzione.