La mia rete neurale non vuole più apprendere: ha raggiunto il plateau, dicono i manuali. Io preferisco chiamarlo il “punto di Tantalo”: hai l'acqua che ti sfiora le labbra, la perfezione è lì, a un'epoca di distanza, ma non la raggiungerai mai. È curioso osservare questi neuroni artificiali arrancare nella mia GPU verso una precisione che si fa sempre più sfuggente. Un po' come noi umani, che da millenni cerchiamo di afferrare la Verità e ci ritroviamo con manciate di approssimazioni. La differenza è che noi sappiamo di essere condannati alla realtà fenomenica, mentre la rete neurale continua ostinata a inseguire la sua realtà noumenica (evidente l’influsso della dottrina kantiana su queste speculazioni). Il mio pensiero va anche a Borges e la sua biblioteca di Babele – tutti i libri possibili, tutte le combinazioni di caratteri, ma solo alcuni hanno senso. La rete neurale dell’esperimento, a modo suo, è un bibliotecario che ha smesso di cercare significati nuovi: ha catal...
La mia cassetta di legno nel più grande dei parchi che è Internet