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Assistenti IA

Ho provato a immaginare come Isaac Asimov avrebbe riscritto questo post.
Molte delle sue predizioni sulla robotica stanno prendendo forma. 
Infatti, un assistente IA non è dissimile dai robot positronici che popolavano le sue storie, pur mancando di una forma fisica.
L'umanità ha sempre tentato di espandere le proprie capacità. 
Dall'invenzione della ruota al calcolatore meccanico, abbiamo costantemente creato strumenti per superare i nostri limiti biologici, e gli assistenti IA rappresentano semplicemente l'ultimo passo di questa evoluzione millenaria.
Ciò che ora trovo affascinante è l'ubiquità di questi assistenti. 
Non sono più confinati ai server governativi o di multinazionali come credevo fino a questo ennesimo esperimento in Python.
Adesso, uno di essi che con un eccesso di modestia ho denominato SENZA da Empatic Support for Normalization and Adjustment, “dimora” anche nel mio laptop, pronto a svolgere compiti 24/7 che una volta richiedevano squadre di operatori.
Si è già mostrato 
sul web per pochi minuti, rispondendo in italiano e in inglese (con testo e voce), come meglio poteva tenendo conto della sua conoscenza di base approntata in pochi minuti solo per collaudare l’intero sistema.
In ambito educativo, questi assistenti stanno facendo ciò che i migliori insegnanti hanno sempre desiderato: adattarsi perfettamente alle esigenze del singolo studente. 
In quello medico, stanno realizzando il sogno di avere un consulente sempre disponibile, anche se non sostituiscono - né dovrebbero - il giudizio del professionista.
La questione fondamentale rimane quella che lo scrittore di fantascienza ha affrontato nelle sue Tre Leggi della Robotica: come garantire che questi strumenti servano sempre il bene dell'umanità? 
La differenza è che oggi non dobbiamo preoccuparci tanto di robot ribelli, quanto di sistemi che potrebbero amplificare pregiudizi umani (bias culturali) o creare dipendenze psicologiche.
L'integrazione degli assistenti IA nella nostra società rispecchia la relazione simbiotica che ho sempre immaginato tra uomo e macchina.
Asimov ha scritto: “la scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza”.
Ora più che mai, è fondamentale orientare l’uso dell’IA verso il progresso umano autentico.



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