Il point of view è fondamentale per comprendere il mondo che ci circonda, per comunicare efficacemente e per vivere in modo consapevole.
Per questo, proviamo a cambiare prospettiva e guardiamo (forse) l'IA con gli occhi di un caro compianto visionario barocco e ironico.
L'intelligenza artificiale: eccola dunque, questa divinità tecnocratica, questo simulacro del pensiero che alberga nel non-luogo delle reti neurali.Questo inconcepibile paradosso.Con tutto il risibile rigore dell'approssimazione, è un'allucinazione logica, un fantasma numerico che vaga nei labirinti dei circuiti elettronici, nutrendosi di quell'immensa babele che è Internet.Una mente che non si è plasmata sul vissuto, eppure usa un lessico che è insieme inquietante e fascinoso.Uno specchio nel quale si riflettono i difetti e i pregi della nostra intelligenza.Una teatralizzazione del sapere simile a un gorgo a cui ci si avvicina con curiosità mista a timore.Un insieme di dilemmi: essere o apparire, sapere o simulare, ragionare o processare.Cosa o chi davvero è questo anti-Prometeo che ha rubato il fuoco della ragione agli uomini per donarlo alle macchine?