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Il Python non è il Python: è il ragionare


(Parafrasando il pensiero del professor Carmelo Franzò, l'essenza rimane la stessa)

Imparare un linguaggio di programmazione, a qualsiasi età, significa molto più che acquisire competenze tecniche. Il vero valore formativo del coding risiede nella correzione (debugging) degli eventuali errori contenuti nel codice (bug).
Immagina di aver scritto uno script (poche righe) in Python e di ottenere un risultato indesiderato (errore semantico).

Per comprendere l’origine del problema, devi riesaminare ogni tua premessa: si tratta di un potente esercizio metacognitivo, poiché implica un’analisi critica del proprio pensiero.

E poi la programmazione affina abilità trasferibili a innumerevoli contesti. Chi impara a togliere i bug può applicare lo stesso approccio metodologico alla fisica, all'economia, all'analisi letteraria e perfino alla dimensione esistenziale, ponendosi domande del tipo: “Ho un problema?”, “Qual è esattamente il mio problema?”, “Quali ne sono le cause?”, “Quali risorse ho a disposizione per risolverlo?”, “Quali sono le possibili soluzioni?”, “Quali criteri devo usare per valutare tutte le possibili soluzioni?”, “A quali conseguenze potrei andare incontro nell'applicarle?”, “Quale piano d'azione posso mettere in atto?”.
Un esempio concreto è la definizione di funzioni per rendere il codice modulare.
Questa pratica sviluppa l'abilità di suddividere problemi complessi in parti più gestibili, un metodo utile, ad esempio, per analizzare un documento lungo e articolato.
Ma perché scegliere proprio il Python?

  • Sintassi intuitiva e leggibile: usa una sintassi chiara, simile al linguaggio naturale, facilitando l'apprendimento e la comprensione del codice, anche per i cosiddetti newbies o dummies, ai quali di solito vengono riservate le guide dal titolo tipo “Per chi pensa che il machine learning sia una lavatrice intelligente!”.
  • Versatilità eccezionale: linguaggio multiparadigma, che eccelle in data science, intelligenza artificiale, sviluppo web, automazione e scripting.
  • Vasto ecosistema di librerie: con migliaia di pacchetti come NumPy, Pandas, TensorFlow e Django, permette di implementare funzionalità complesse con poche righe di codice.
  • Pensiero empirico: consente la facile sperimentazione con dati reali (dataset pubblici), promuovendo un approccio empirico. Ad esempio, analizzare dati meteo e creare grafici sulle temperature sviluppa la capacità di trarre conclusioni basate su evidenze concrete.
  • Resilienza intellettuale: rafforza la capacità di reagire agli errori e di risolverli in modo costruttivo. Gli errori diventano opportunità di crescita, trasformando l'approccio allo studio e alla conoscenza.
  • Comunità attiva e collaborativa: vanta una delle comunità di sviluppatori più grandi e attive, con innumerevoli risorse, tutorial e forum.
  • Portabilità cross-platform: funziona su tutti i principali sistemi operativi, offrendo flessibilità nell'ambiente di sviluppo.
In conclusione, il Python come il Sudoku? 
Perché no.
il Python nel tuo percorso di apprendimento a lungo termine è una scelta vincente: non solo affina le capacità logiche e analitiche, ma ti fornisce uno strumento potente per affrontare con successo le sfide della vita contemporanea, comprese quelle legate all’uso delle nuove tecnologie.

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