Osservare le parole “GAME OVER” lampeggiare su un piccolo display OLED da 128x64 pixel ha un che di poetico. La scheda Arduino UNO o uno sketch in linguaggio wiring, non sono altro che mezzi per esprimere qualcosa di profondamente umano: il bisogno di giocare, creare e, soprattutto, comunicare.
La scrittura, come la pallina che si muove da un lato all'altro dello schermo, aumentando di velocità con il perdurare degli scambi, è sostenuta dal ritmo. Periodi lunghi e brevi, complessi e semplici: è questa “alternanza periodica” che allontana la monotonia nel gioco come nella scrittura.
Nel mio Pong realizzato artigianalmente, il gioco si conclude quando un giocatore totalizza 11 punti con due di scarto, mentre un 11-10, invece, richiede che si vada avanti fino a soddisfare questa condizione. Tuttavia, il Game Over non rappresenta la fine del divertimento, ma un invito a ricominciare. Allo stesso modo, un testo che sembra definitivo può essere migliorato, rivisto, trasformato.
Le racchette in questa versione del gioco si muovono su e giù grazie ai potenziometri rotativi.
Questo ricorda il processo di revisione: piccoli aggiustamenti, movimenti sottili, calibrazioni fini.
Ogni scambio nel Pong è una piccola storia che si conclude con un punto. La scrittura, allo stesso modo, procede un passo alla volta, frase dopo frase, parola dopo parola. La sua vera chiave risiede nella pazienza, nell’attenzione ai dettagli, qualità fondamentali sia per programmare un gioco che per scrivere un romanzo.
Se vi state chiedendo perché ho pubblicato un post come questo in un blog sulla scrittura creativa, sappiate che le migliori ispirazioni spesso provengono dai luoghi più impensati.
Nota a Margine
Questo post nasce da un progetto fai-da-te con Arduino UNO, display OLED, potenziometri e case stampato da modello 3D.