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La bambola di Emily


Esercizio per sbloccare l'immaginazione

Chi ha molta fantasia è come se vivesse tante vite. 

Prendi una fotografia a caso da questo blog e lascia che la tua immaginazione riempia gli spazi vuoti.

Svolgimento
La Bambola di Emily
Nella soffitta della nonna, Emily trovò una bambola nascosta in un baule di quercia, così logoro e antico da sembrare un forziere dei pirati.
La bambola era piccola, poteva stare comodamente nel palmo della mano, vestita con un abito di pizzo bianco ingiallito dal tempo e con un viso tondo.
«Questa apparteneva a tua zia Abigail», disse la nonna con voce incerta. «Non se ne separava mai.»
Della zia Abigail, Emily sapeva solamente che era morta molto giovane e che la nonna aveva custodito tutte le sue foto in un album, ormai vecchio e polveroso, che non aveva il coraggio di sfogliare.
Gli occhi dipinti della bambola erano due pozzi scuri che sembravano seguirla ovunque andasse. Notò una leggera scalfitura sulla testolina che sembrava fatta col taglierino.
«Posso tenerla?», chiese Emily.
La nonna esitò, stringendo tra le mani un lembo del grembiule. «Forse è meglio di no, tesoro. Alcuni giocattoli dovrebbero restare dove sono stati lasciati a riposare.»
Ma quella notte, Emily tornò di nascosto nel solaio.
La bambola sembrava chiamarla, come se avesse qualcosa da raccontare. Al tatto era stranamente calda, quasi viva. Vide allora una minuscola incisione sulla nuca, simile a un'imperfezione del legno, nascosta sotto una crosta della vernice scura che imitava i capelli: “Abi 1958”.
Le mani di Emily tremarono. Improvvisamente ricordò che sua madre le aveva confidato che la zia Abigail parlava spesso di una piccola amica che la proteggeva. 
Questa presenza l'aveva accompagnata fino all'ultimo giorno in ospedale, quando aveva appena otto anni.
Piano piano, Emily adagiò la bambola nel baule e, mentre abbassava il coperchio, le parve di udire un lieve sospiro, quasi fosse di sollievo. O forse era il vento che filtrava tra le vecchie assi del solaio. 
Quella notte, per la prima volta dopo tanti anni, la nonna pianse nel suo sonno agitato.
E nel buio del solaio, la piccola bambola rimase lì ad aspettare la prossima bambina che avrebbe avuto bisogno di un'amica, come se il tempo non fosse mai trascorso. 








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